La posizione tradizionale della giurisprudenza italiana
Illiceità della causa e diritti indisponibili
Fino a tempi recenti, nel diritto italiano, gli accordi patrimoniali stipulati tra coniugi prima della separazione o del divorzio erano considerati nulli. La ragione era semplice: la giurisprudenza riteneva questi patti illegittimi per illiceità della causa, poiché i diritti patrimoniali derivanti dalla crisi coniugale erano considerati indisponibili prima del loro verificarsi.
In particolare, non era consentito anticipare le decisioni economiche relative, ad esempio, all’assegno di mantenimento o alla divisione dei beni, a tutela del coniuge più debole.
Le sentenze di riferimento
Tra le decisioni più rilevanti che hanno consolidato questa posizione troviamo:
Cass. 13 aprile 2022 n. 11923
Cass. 30 gennaio 2017 n. 2224
Cass. 10 marzo 2006 n. 5302
Cass. 12 febbraio 2003 n. 2076
Queste sentenze confermavano che qualsiasi accordo volto a regolare anticipatamente gli effetti economici del divorzio fosse da considerare nullo, per violazione di norme imperative e dell’ordine pubblico.
I patti prematrimoniali in Italia: un’eccezione alla regola
L’unica forma di accordo valida tra i coniugi era rappresentata dalla scelta del regime patrimoniale (comunione o separazione dei beni), nei termini previsti dal Codice Civile. Per tutto il resto, vigeva un rigido divieto.
La svolta: l’ordinanza della Cassazione n. 20415 del 21 luglio 2025
L’introduzione del “contratto atipico con condizione sospensiva lecita”
Con una svolta clamorosa, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20415/2025, ha riconosciuto la legittimità degli accordi patrimoniali stipulati anche durante il matrimonio, finalizzati a regolare gli effetti di un’eventuale crisi coniugale.
La Corte ha definito tali intese come “contratti atipici con condizione sospensiva lecita”, ovvero accordi che diventano efficaci solo se e quando si verifica un evento futuro e incerto, come una separazione o un divorzio.
Una visione più moderna dell’autonomia coniugale
Secondo la Cassazione, evitare conflitti economici futuri tra coniugi è un interesse legittimo e meritevole di tutela. La novità sta anche nel superamento della visione tradizionale, che privilegiava un “interesse superiore e trascendente della famiglia”, a favore di una concezione più realistica: la famiglia è intesa come sommatoria di interessi individuali.
Non solo beni: si amplia l’autonomia privata anche su altri fronti
Aspetti non patrimoniali inclusi negli accordi
Questa apertura giurisprudenziale non si limita alla sfera economica, ma si estende anche ad altri aspetti della vita familiare, come:
L’affidamento dei figli
Le modalità di visita
L’uso della casa coniugale
Attenzione però: i diritti indisponibili restano tali. Il giudice mantiene sempre un potere di controllo e di garanzia, soprattutto quando sono in gioco interessi superiori, come quelli dei minori.
Verso un nuovo modello di gestione della crisi coniugale
I patti personalizzati: un nuovo strumento per la serenità familiare
Questa decisione apre la strada a una nuova era nel diritto di famiglia italiano: quella dei “patti personalizzati”, accordi più flessibili, orientati alla prevenzione dei conflitti e al rispetto dell’autonomia decisionale dei coniugi.
Conclusione
La storica apertura della Cassazione con l’ordinanza n. 20415/2025 rappresenta una rivoluzione silenziosa, che riconosce la possibilità di prevenire la conflittualità economica e organizzativa in caso di crisi del rapporto matrimoniale.
Una nuova stagione si apre per il diritto di famiglia italiano, dove la libertà contrattuale dei coniugi e la tutela dell’interesse familiare trovano un nuovo, delicato equilibrio.
Il suo intervento – chiaro, concreto e ricco di spunti operativi – offre un punto di vista prezioso per chiunque si occupi di diritti, rieducazione e trasformazione sociale.
Un invito ad ascoltare, riflettere e agire.
🎙️ Ascolta l’intervento completo oppure leggi la trascrizione integrale qui sotto.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[00:03–00:21]
Vi siete mai chiesti come funziona all’interno di un carcere? E qual è il ruolo dello psicologo all’interno di un carcere?
Beh, oggi farò un bel po’ di domande, perché a me questo argomento mi sta molto incuriosendo.
[00:21–00:36]
E penso anche a voi che ci state seguendo dal Corriere della Sera, da YouTube, e ve lo state domandando, perché effettivamente non se ne parla mai con la giusta attenzione e informazione.
[00:36–00:48]
Quindi diamo subito il benvenuto allo psicologo, criminologo e psicoterapeuta in formazione, il dottor Lorenzo Cristilli.
Salve dottore.
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[00:48–01:04]
Salve a tutti. È un piacere essere qui con voi a Medicina Regione Lazio.
[01:04–01:19]
Allora, partiamo proprio dalle basi: chi è lo psicologo criminologo e cosa c’entra la Forense?
Il criminologo è uno psicologo con una formazione clinica che integra aspetti normativi forensi e competenze sulla personalità antisociale…
[01:19–01:38]
…che rappresenta la maggior parte della popolazione penitenziaria.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[01:38–01:41]
Che proprio non amano stare nella società, possiamo dirlo?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[01:41–01:56]
Parzialmente corretto. Secondo il DSM-V, l’antisociale ha difficoltà a conformarsi alle norme e ha una personalità reattiva nelle relazioni.
[01:56–02:41]
Il carcere, da un punto di vista clinico, è un contenitore psicopatologico: ci sono disturbi di personalità dei tre cluster, personalità psicotiche, patologie degenerative, oncologiche…
Lo psicologo penitenziario gestisce tutte queste complessità, supervisiona, tratta e coordina.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[02:41–02:53]
Devono coesistere queste differenze cliniche per non creare altri problemi, giusto?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[02:53–03:07]
Esattamente. Il problema è che ci sono molte patologie ma terapie poco individualizzate.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[03:08–03:32]
Fate terapia di gruppo e individuale? Come si gestisce?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[03:32–04:10]
Sì. Ho lavorato a Rebibbia con un’équipe. Progetti ci sono, ma mancano spazi e risorse.
Dal 2008 la sanità carceraria è passata al SSN per uniformare i protocolli. Prima era gestita localmente.
[04:10–04:22]
Ogni penitenziario si arrangiava come poteva.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[04:22–04:37]
Possiamo dire che il carcere serve a contenere persone con problemi mentali?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[04:38–05:03]
In modo tecnico, sì. Ma dovrebbe anche garantire un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale.
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[05:12–05:33]
Il tasso di recidiva in Italia sul primo crimine è del 70%. Un detenuto su tre esce e commette lo stesso reato.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[05:33–05:45]
Ma non viene seguito da uno psicologo dopo?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[05:45–05:59]
No. C’è discontinuità tra ciò che si fa dentro e ciò che si offre fuori. Il detenuto, una volta fuori, è lasciato solo.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[05:59–06:29]
Ha anche il “bollino addosso”, difficoltà a trovare lavoro… è come stare su un filo del rasoio. È corretto?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[06:29–06:44]
Correttissimo. Anche se si forma o prende un diploma, fuori non riesce ad applicarlo.
[06:44–07:03]
Il carcere è una società nella società, con regole diverse. Contiene elementi economici, giuridici, sanitari e solo poi psicologici.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[07:05–07:17]
In Europa, però, la recidiva è al 20%. Da noi al 70%. È una differenza enorme.
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[07:17–07:28]
Esatto. Più della metà dei detenuti non è riabilitata.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[07:29–07:48]
Potremmo già fare progetti formativi in carcere per aiutarli?
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[07:48–08:23]
Assolutamente sì.
Segnalo il sito www.across-italia.it, associazione di professionisti che lavorano nel settore sanitario e giuridico.
Promuove progetti semplici ma innovativi che creano continuità tra carcere e società.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[08:24–08:55]
Sarebbe meraviglioso estendere tutto questo ovunque.
Il carcere è una spesa. Se non riabiliti, sprechi.
E il detenuto ha un debito: deve lavorare per ripagare ciò che ha ricevuto.
DOTT. LORENZO CRISTILLI
[09:10–09:26]
Sì, ma fuori il carcere non è più un’opportunità.
Deve esserci una chance concreta, non solo teorica.
CONDUTTRICE – Medicina Regione Lazio
[09:26–09:59]
Chi ci segue avrà altre domande.
Lasciamo l’email del dottor Cristilli: lorenzo90.cristilli@gmail.com
La ringrazio per essere stato con noi.
Questo era un altro appuntamento di Medicina Regione Lazio.
fonte audio https://www.medicinaregionelazio.it/streaming/
