1.1 Lo stato dell’arte: la riforma del 2024
Il Senato ha approvato la riforma del Codice della Strada il 20 novembre 2024. Dopo la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore trascorsi 15 giorni. Le novità introdotte includono modifiche sostanziali per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.
Per quanto riguarda l’alcol, viene introdotta la tolleranza zero. Le sanzioni per guida in stato di ebbrezza variano in base al tasso alcolemico:
0,5-0,8 g/l: multa da 573 a 2.170 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
0,8-1,5 g/l: arresto fino a 6 mesi, multa da 800 a 3.200 euro e sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
oltre 1,5 g/l: arresto da 6 mesi a 1 anno, multa da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente da 1 a 2 anni.
In tutti i casi, sono decurtati 10 punti dalla patente. Per i recidivi è obbligatorio installare il dispositivo alcolock sull’auto. Questo strumento blocca l’accensione del veicolo se il conducente supera il limite consentito.
Per chi guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, la riforma introduce una stretta senza precedenti. Non è più necessario dimostrare lo stato di alterazione psico-fisica: un test salivare positivo è sufficiente per la revoca immediata della patente, con divieto di conseguirne una nuova per tre anni. I test saranno effettuati direttamente sul luogo del controllo o, se necessario, in strutture sanitarie.
1.2 L’assenza di deroghe per l’uso terapeutico
Le nuove norme non prevedono alcuna deroga per chi assume cannabis terapeutica sotto prescrizione medica. Secondo il Ministero della Salute, nel 2021 sono stati consumati 1.300 chilogrammi di cannabis terapeutica, una quantità insufficiente rispetto al fabbisogno stimato di circa 30 tonnellate annue. Questo divario evidenzia le difficoltà di accesso ai trattamenti per molti pazienti.
La cannabis terapeutica è utilizzata per il trattamento di patologie come:
Dolori cronici e oncologici;
Spasmi da sclerosi multipla;
Nausea e vomito da chemioterapia;
Sindrome di Gilles de la Tourette;
Glaucoma resistente alle terapie convenzionali.
Nonostante la legalità dell’uso terapeutico, la scarsa disponibilità e le limitazioni normative rendono difficile per i pazienti accedere alle cure.
1.3 L’uso di sostanze stupefacenti sotto prescrizione medica
La cannabis terapeutica è regolamentata in Italia da un quadro normativo complesso. Le farmacie possono preparare medicinali galenici utilizzando infiorescenze o estratti di THC, con concentrazioni variabili in base alle prescrizioni mediche. Tuttavia, solo un sesto delle farmacie è dotato di laboratori idonei.
La produzione nazionale è affidata allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, ma è insufficiente. L’importazione dai Paesi Bassi colma parzialmente il divario, ma la domanda supera l’offerta.
Il rimborso delle terapie varia da regione a regione. Alcune regioni non prevedono alcun rimborso, rendendo l’accesso alle cure più oneroso per i pazienti.
1.4 Dubbi di legittimità costituzionale
Il nuovo art. 187 del Codice della Strada solleva questioni di legittimità costituzionale, in particolare in relazione agli articoli 2, 3, 32 e 110 della Costituzione. La norma non distingue tra l’assunzione di sostanze stupefacenti per scopi terapeutici e l’uso ricreativo. Questo potrebbe violare il diritto alla salute, garantito dall’art. 32 della Costituzione, che tutela il diritto a ricevere cure adeguate e rispettose della dignità della persona.
La Corte Costituzionale ha più volte ribadito l’importanza di garantire il diritto alla salute, includendo la possibilità di scegliere trattamenti terapeutici appropriati. L’assenza di disposizioni specifiche per i pazienti in terapia con cannabinoidi rischia di discriminare questi soggetti, esponendoli a sanzioni sproporzionate rispetto alla loro condizione.
Conclusioni
La riforma del Codice della Strada 2024 introduce importanti novità, ma solleva anche questioni critiche. L’assenza di deroghe per l’uso terapeutico della cannabis e la mancata distinzione tra uso ricreativo e medico rischiano di creare disuguaglianze e violare i diritti fondamentali dei cittadini. Sarà fondamentale monitorare l’attuazione della riforma e sollecitare interventi normativi che tutelino i pazienti e garantiscano il rispetto dei principi costituzionali.