interdizione

Nella sfera delle misure di protezione per le persone private di autonomia, la scelta dell’istituto più appropriato è spesso una sfida. Tuttavia, la recente sentenza del Tribunale di Piacenza (sez. I,
01/02/2022, n.36) sottolinea che, per preservare al massimo l’autonomia delle persone coinvolte, si dovrebbe privilegiare l’amministrazione di sostegno rispetto all’interdizione. Questo articolo esplorerà in dettaglio il concetto di interdizione come extrema ratio e il suo ruolo residuale nella protezione delle persone private di autonomia. Saranno analizzate le considerazioni legali e pratiche dietro questa prospettiva, mettendo in luce l’importanza di valutare attentamente l’adeguatezza dell’amministrazione di sostegno rispetto alle esigenze specifiche di ciascun individuo.

L’interdizione come extrema ratio: valutazione di un’istituzione più flessibile

Nella pratica giuridica, l’interdizione è tradizionalmente considerata l’ultima risorsa nella protezione delle persone private di autonomia. Questo significa che, prima di procedere con l’interdizione, si dovrebbe esplorare l’opzione dell’amministrazione di sostegno come mezzo più pronto, flessibile e meno invasivo delle capacità del soggetto. Questa scelta è particolarmente rilevante anche nei casi di incapacità fisica o di diminuita capacità intellettiva e volitiva. L’amministrazione di sostegno mira a limitare la restrizione delle libertà e delle capacità dell’individuo, fornendo un sostegno adeguato per consentire una gestione consapevole e responsabile degli affari personali. L’approccio che vede l’interdizione come extrema ratio si basa sull’idea che l’obiettivo principale delle misure di protezione sia quello di ridurre al minimo la limitazione della capacità di agire dell’individuo
interessato.

Interdizione o Amministrazione di Sostegno? Priorità alle esigenze delle persone prive di autonomia

Prima di pronunciare un’interdizione, è fondamentale valutare attentamente se l‘amministrazione di sostegno sia adeguata e risponda alle necessità del destinatario. Questo implica un’analisi dettagliata delle circostanze individuali e delle capacità residue dell’individuo. L’obiettivo è garantire che la persona riceva il supporto necessario per prendere decisioni autonome, quando possibile, e limitare l’intervento esterno solo alle situazioni in cui è strettamente necessario. La decisione del Tribunale di Piacenza conferma l’importanza di considerare attentamente l’amministrazione di sostegno come alternativa all’interdizione, nel perseguire una tutela adeguata e mirata delle persone private di autonomia.