Il procedimento di reclamo avverso il decreto del giudice tutelare sull’apertura dell‘amministrazione di sostegno è regolato dall’art. 739 cpc e si distingue per la sua cognizione sommaria e forme semplici. Durante questo processo, alcune norme del processo ordinario non si vietano completamente, tuttavia, è possibile acquisire nuovi mezzi di prova, come documenti, a condizione che si garantisca un adeguato contraddittorio tra le parti coinvolte. La recente sentenza della Cassazione Civile (sez. I, 01/06/2022, n.17931) sottolinea l’importanza di ascoltare, tutelare e rispettare la volontà della persona coinvolta nell’amministrazione di sostegno.
Amministrazione di Sostegno, procedimento di reclamo:la necessità di tutelare il beneficiario
Durante il procedimento di reclamo, è fondamentale comprendere che le regole del processo ordinario non si applicano completamente. Tuttavia, è possibile presentare nuovi mezzi di prova, come documenti, purché si garantisca un adeguato contraddittorio tra le parti coinvolte.
Questo significa che le forme rigide cedono il passo alla necessità di ascoltare e tutelare la persona coinvolta, evitando limitazioni ingiuste alla sua volontà corretta ed espressa. La recente sentenza della Cassazione civile (sez. I, 01/06/2022, n.17931) sottolinea l’importanza di garantire un ampio contraddittorio nel rispetto dei diritti e della volontà della persona coinvolta nell’amministrazione di sostegno.
Presentare reclamo: perchè rivolgersi ad un avvocato specializzato
Presentare un reclamo contro il decreto sull’apertura dell’amministrazione di sostegno richiede un’azione tempestiva e preparazione accurata. È consigliabile cercare l’assistenza di un avvocato specializzato in diritto civile o nell’ambito specifico dell’amministrazione di sostegno. L’avvocato sarà in grado di fornire una consulenza personalizzata, rispondere alle domande e fornire l’assistenza necessaria per presentare un reclamo efficace.
Durante il procedimento, è importante raccogliere prove e argomentazioni solide per sostenere la propria posizione. La presentazione di documenti aggiuntivi e testimonianze può essere necessaria per dimostrare che il decreto del giudice tutelare è stato emesso in modo erroneo o ingiusto.